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Endometriosi, ancora diagnosi in ritardo e poca informazione sulla malattia

Woman with stomach pain on the sofa at home.

La diagnosi tardiva dell’endometriosi è ancora un problema diffuso, con molti pazienti che aspettano fino a una decade o più prima di ricevere un’identificazione ufficiale della loro condizione. Questa malattia cronica, che colpisce le donne, ha un impatto significativo sulla qualità della vita, influenzando la loro salute fisica e mentale.

In Italia, si stima che circa 3 milioni di donne siano affette da endometriosi, rappresentando circa il 10% della popolazione femminile in età fertile. Nonostante ci siano progressi nella ricerca di nuove terapie e trattamenti, la mancanza di consapevolezza e conoscenza sulla malattia tra i professionisti della salute continua a ostacolare il percorso diagnostico.

I ritardi nella diagnosi possono portare a gravi complicazioni e aumentare ulteriormente l’impatto negativo che l’endometriosi ha sulla vita quotidiana delle donne. È essenziale promuovere una diagnosi precoce attraverso una formazione adeguata e aggiornata per i professionisti della salute, non solo in ambito ginecologico ma anche in altre discipline mediche.

Per affrontare questa sfida, è importante colmare il divario nella conoscenza medica riguardo alle patologie del sistema riproduttivo femminile e alla medicina di genere. Iniziative come corsi Ecm dedicati possono fornire una panoramica approfondita sull’endometriosi, inclusi aspetti legati all’alimentazione e alla gestione integrativa della patologia.

Recenti studi hanno evidenziato l’importanza della dieta nel controllo dei sintomi dell’endometriosi. Alcuni alimenti e integratori possono avere un impatto positivo sulla gestione del dolore e sul benessere generale delle pazienti. Ad esempio, sostanze come la curcuma, l’agnocasto e il lampone rosso possono offrire benefici significativi, insieme a una dieta ricca di verdure, cereali integrali, legumi e frutta.

In conclusione, è fondamentale aumentare la consapevolezza sull’endometriosi e promuovere una diagnosi precoce attraverso una migliore formazione dei professionisti della salute e un approccio integrato che tenga conto anche degli aspetti nutrizionali e del benessere complessivo della paziente.

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