In occasione della Settimana Mondiale della Sclerosi Multipla, che si tiene dal 27 maggio al 2 giugno, la Società Italiana di Neurologia (SIN) fa il punto sui recenti progressi scientifici che stanno trasformando il trattamento della sclerosi multipla (SM). Questa malattia colpisce circa 150.000 persone in Italia, principalmente giovani adulti tra i 20 e i 30 anni, con una prevalenza doppia nelle donne rispetto agli uomini.
Rete di cura avanzata e modello organizzativo
La gestione della SM in Italia è affidata a circa 240 centri specializzati, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Questi centri operano secondo un modello organizzativo avanzato basato sulle linee guida del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) nazionale. Il PDTA, sviluppato grazie alla collaborazione tra SIN, Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) e Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), garantisce un’assistenza di alta qualità, rispondendo tempestivamente alle complesse esigenze dei pazienti e migliorandone significativamente la qualità della vita.
Importanza della diagnosi precoce
Negli ultimi anni, nuovi criteri diagnostici hanno permesso di ottenere diagnosi precoci della SM fin dai primi sintomi. Il Prof. Claudio Gasperini, Responsabile del Gruppo di Studio Sclerosi Multipla della SIN, ha sottolineato come questa evoluzione consenta interventi tempestivi, aumentando le possibilità di gestione efficace della malattia. Le tecniche avanzate di risonanza magnetica hanno inoltre fornito nuove evidenze sul danno neurodegenerativo precoce causato dalla SM, permettendo di individuare con precisione i danni iniziali e facilitando interventi terapeutici mirati.
L’aumento della disponibilità di farmaci ad alta efficacia rappresenta un ulteriore progresso. La maturata esperienza nell’uso di questi farmaci, condivisa all’interno del network italiano dei centri SM, ha dimostrato che il trattamento precoce può cambiare la storia naturale della malattia, prevenendo la progressione della SM e riducendo l’accumulo di disabilità. Numerosi studi recenti confermano che tali trattamenti sono fondamentali per prevenire il danno neurodegenerativo e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Le prime fasi della SM rappresentano una finestra terapeutica cruciale per ritardare o prevenire la progressione irreversibile della disabilità, riducendo così i costi sociali e migliorando la qualità di vita dei pazienti e dei loro caregiver.
Collaborazione futura e prospettive
Guardando al futuro, la SIN auspica una collaborazione sempre più stretta tra la comunità scientifica, le agenzie regolatorie del farmaco e le associazioni dei pazienti con SM. Un obiettivo importante è il superamento della Nota 65 e la revisione dei criteri di prescrizione dei farmaci, distinguendo tra farmaci di “moderata efficacia” e di “elevata efficacia”. Questo permetterebbe ai neurologi di scegliere i trattamenti più adatti per i singoli pazienti, rispettando pienamente i principi della medicina basata sull’evidenza e della buona pratica clinica.